4 passi in Svizzera

IMG_672118-06-2016 Altra grande giornata di moto sulle Alpi ! Si parte da casa alle 7 anche se il tempo non è dei migliori (ma al massimo torneremo indietro, mi dico). Durante la strada di avvicinamento alle Alpi si aprono diverse scelte, almeno 3 diverse, ma dentro di me sento che è arrivato il momento di fare lo Spluga.

Per cui Chiavenna e via ci si inerpica per la lunga strada che porta al Passo, questa volta decido di fare la “chiocciola” cioè la strada per Madesimo che a me non piace tanto, ma è un buon test di guidabilità.

Foto alla cascata di Pianezzo, giusto per provare le mie paure del vuoto e di nuovo via verso la cima; ci si ferma a Monteisola per un caffè ma non c’è ancora nessuno sia per l’ora che per il tempo, caffè e crostata e si riparte.

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Il Passo è abbastanza insignificante, ma è la porta per un mondo fantastico che ogni volta mi emoziona tantissimo…la Svizzera !!!

Saluto motociclisti tedeschi, italiani, olandesi e mi godo la discesa verso Splugen che è il posto dove se potessi mi comprerei casa subito.

Adesso un altro dilemma: salto al S.Bernardino o subito allo Julier ? Scruto il cielo e mi dico che è meglio approfittare perché non sai mai se e quando ci potresti tornare…e allora via !!!

Il S.Bernardino è uno di quei passi che mentre sali ti chiedi che cosa abbia di speciale, ma più ti avvicini e più inizi ad apprezzarlo, l’arrivo è poi quasi entusiasmante. Oggi è una toccata e fuga perciò 2 foto di contorno e si torna indietro.

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Adesso si inverte la direzione e si torna indietro…direzione Julier…(o Albula ?).

Un occhio sempre al cielo e mi sento come Valentino Rossi quando deve decidere se prendere la moto con gomme da bagnato o continuare con l’asciutto; si cerca nel cielo qualche indizio, si interpreta il vento, la luce, il colore delle nuvole e poi…si rischia…al massimo mi fermo a mettermi l’antipioggia.

Al bivio per l’Albula decido che non è il caso di sfidare troppo Giove pluvio e mi dirigo più saggiamente verso lo Julier; d’un tratto vedo davanti a me una motociclista viaggiatrice olandese e mi metto a seguirla a debita distanza; mi faccio dei film incredibili sul potenziale incontro, magari 4 chiacchiere in inglese per scoprire da dove viene dove sta andando. Non le sto troppo vicino per non innervosirla, ma la tengo sempre a vista a distanza costante. Arriviamo alla diga sotto lo Julier e lei si ferma, mi fermo ovviamente anche io e…scopro che è un uomo !!! Mega delusione e i miei sogni vanno in frantumi, per fortuna che la bellezza del posto mi rinfranca da questa delusione !

Si riparte e adesso lo supero di potenza giusto per marcare il territorio e arrivo fino alla cascata sotto il passo (quella della foto di apertura). Il posto sembra quasi finto da quanto è bello e rimango stupito che nessuno si fermi a fare le foto…solo io (sono strano o lo sono gli altri, propendo per la seconda ipotesi).

Ultimo strappo per arrivare al Passo Julier e si aprono fantastiche montagne innevate ad accogliere il passaggio del motociclista pellegrino e io mi perdo un po via a guardarmi attorno come se attraversassi i paesaggi del Signore degli anelli. Arrivo al Passo e trovo una masnada di GSKrukki che stanno facendo le foto col cartello. Niente contro le loro moto, per carità, ma io adoro la mia Esmeralda come una donna acqua e sapone, mentre quelle sono supermodelle con trucco e parrucco, questione di gusti.

Non resisto a comprarmi gli adesivi dei passi fatti oggi e scendo verso Silvaplana; sulla destra ci sono delle bellissime panchine dove fermarsi a guardare i laghi e fare un picnic, ma guardando la valle vedo una cosa un po strana… un temporale !!! Passa trasversale alla valle come un treno, noi siamo all’asciutto e lui passa … incredibile.

Arrivo al bivio…Bernina o Maloja ? Eh eh bella domanda ! Per stavolta facciamo Maloja, ma tornerò ! Si arriva al Passo e ci si butta giù per il toboga del Maloja che a mio parere è una delle cose più divertenti che un motociclista possa fare: ti sembra di essere al Lunapark in sella alla tua moto e intanto scendi da una montagna intera in nemmeno 10 minuti.

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Il resto della discesa verso Chiavenna è una piacevole termo-cavalcata verso il sole e l’Italia.

Si arriva alle cascate dell’Acquafraggia (dove mi fermo sempre) e decido che è ora di dormire un po. Mi metto di fianco alle cascate – che fanno rumore, ve lo assicuro- e mi lascio addormentare…cullato dal fragore dell’acqua che si infrange.

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Dopo mezz’oretta sento il vento che cambia ed è il segnale che se non mi muovo la prendo di sicuro.

Si risale velocemente in sella e via, rincorso da nuvoloni di valchirie che cavalcano infuriate alle mie spalle; so che non mi raggiungeranno mai…ma è meglio non aspettarle !!!

Scendo la Val Chiavenna abbastanza rapido quando vedo dalla Valtellina scendere un’altra schiera di Valchirie…mannaggia !!! La mi fuga si fa più difficile, ma anche loro non mi avranno !!! Decido di imboccare le gallerie e via verso Lecco spronando il mio cavallo per evitare la pioggia. Quando tutto sempre riuscito mi fermo a fare benzina (anche il miglior cavallo lanciato al galoppo per chilometri, necessita un po di riposo) e vedo da lontano che arrivano le Valchirie.

Richiamo all’ordine il fido destriero e via…non mi avranno !

La discesa verso casa è uno scambio di astute schermaglie: loro mi bagnano, ma io le fuggo e alla fine premiano il mio impegno lasciandomi libero…mi è andata bene.

 

 

 

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