In quest’epoca così difficile, capita a volte di rifugiarsi nel passato per trovare qualcosa di buono e di rassicurante.
In una mano il numero 10 di Motociclismo del 2000 e nell’altra il numero del 2020.

La prima cosa che salta immediatamente all’occhio è il numero di pagine: 479 (2000) contro 240 (2020).

La cosa che peró impressiona maggiormente sono i dati di vendita: il totale dell’immatricolato a luglio 2000 era di 371.251 unità di cui 92.942 moto e 278.309 scooter.
Nel 2020 ? Il totale dell’immatricolato passa a 160.264 unità di cui 69.660 moto e 90.604 scooter. In 20 anni sono stati perse 210.987 unità (-56%) di cui 23.282 moto (-33%) e 187.705 scooter (-67%).
La moto più venduta nel 2000 era la Honda Hornet 600 con 5.949 unità immatricolate mentre nel 2020 il Bmw R 1250 GS totalizza solamente 2.614 unità immatricoate (tanto per fare un paragone la Honda Transalp 650 nel 2000 vendeva 3.087 unità).

Cosa è andato storto ? Difficile ovviamente individuare una sola causa, ma sicuramente la sensazione è di essere complessivamente più poveri e meno positivi verso il futuro.
L’entrata nell’Euro, le Torri Gemelle, la crisi finanziaria, lo spread e il Covid hanno falcidiato le tasche degli italiani che hanno dovuto rinunciare ad una delle loro maggiori passioni, ripiegando il più delle volte per un dimesso usato oppure alla rinuncia definitiva ad un sogno che tale è rimasto.
Ed il futuro che cosa ci riserva ? Siamo al 3 novembre, il giorno prima di un nuovo DPCM che chiuderà di nuovo l’Italia, i dati delle vendite 2020 non credo subiranno variazioni positive entro la fine dell’anno.
Ma una speranza c’è: il Covid presto passerà ed i sogni del Lockdown potranno concretizzarsi nei concessionari di tutta Italia e magari con l’aiuto di incentivi e sconti delle case motociclistiche ci si potrà permettere una fiammante moto nuova per poter ripercorrere di nuovo i tornanti e le strade di montagna ancora più del 2000 !!!
